Il diaframma è un muscolo respiratorio ed è collegato con diverse parti del corpo che influenzano, determinano e cambiano la mobilità del diaframma stesso e a loro volta sono influenzati da esso; ad esempio, problemi a livello del collo, possono essere legati a disfunzioni e ad alterata mobilità del diaframma, pertanto un trattamento al livello della cervicale e della muscolatura ad essa collegata potrebbe risultare inutile o addirittura “dannoso”. Una mobilizzazione del diaframma mirata a detendere il muscolo e le fasce limitrofe, associata ad esercizi che vanno ad abituare il paziente a respirare nel modo corretto, possono essere invece risolutivi per questa tipologia di dolori del collo (ovviamente ogni dolore ha la sua storia, le sue cause e i suoi fattori scatenanti ed è quindi necessaria una valutazione accurata prima di effettuare il trattamento).
Quali sono le motivazioni per cui il diaframma inizia a disfunzionare cioè a non muoversi più in maniera fluida e corretta? Sono diversi i motivi: • Una respirazione scorretta, spesso legata a patologie respiratorie o a stati di tensione, non permette al diaframma di muoversi correttamente • Traumi, gravidanza… possono creare una discesa importante delle fasce addominali che creano quindi tensione a livello diaframmatico • Un dimagrimento eccessivo provoca una diminuzione improvvisa della massa presente a livello addominale che provoca uno shock a livello del diaframma • La presenza di cicatrici, sia a livello di addome che di torace, provocano delle trazioni di tutta la fascia sottocutanea che altera la mobilità diaframmatica. Quali sono i sintomi che si manifestano? • Dolori a livello cervicale • Dolori a livello intercostale • Mal di testa • Dolori a livello lombare • Edemi e gonfiori • Sintomi che richiamano problemi a livello del cuore (tachicardia, dolore al petto, al braccio sinistro …) e dello stomaco (acidità, bruciore, reflusso…) Prenota una visita con me telefona al 3406828905 oppure online http://bit.ly/2ZHq5Jn Imparare a leggere il comportamento dei vostri bimbi è fondamentale per vivere anche il pianto in maniera più consapevole.
Oggi vorrei condividere con voi questo post approfittando anche del percorso di corso pre parto che mi vede coinvolta direttamente. Quando il bambino ha fame prima di arrivare al pianto ci parla attraverso dei gesti che possiamo imparare a riconoscere. Quali sono? -Mordicchiarsi/ leccarsi le labbra -Aumento della salivazione -Passarsi i pugnetti sulla bocca e conseguentemente leccarsi le manine - ripete questi gesti più volte diventando sempre più irrequieto e solo all’ultimo piange o si addormenta in tanti casi. Quindi il pianto, per quanto sia l’unica forma di comunicazione che il neonato ha con il mondo esterno, non è il primo segno di fame del bambino. Prenota una visita con me telefona al 3406828905 oppure online http://bit.ly/2ZHq5Jn Plagiocefalia ed Osteopatia
Intanto definiamo cos’è la plagiocefalia: Rientra tra le anormalità del cranio, si tratta di una deformazione della testa del neonato durante i primi mesi di vita quando le ossa sono ancora “morbide” e facilmente modificabili soprattutto in base alle posizioni che assume il bimbo durante il sonno. Tra le cause riconosciamo quelle prima del parto (nascite premature e forze compressive intrauterine) e dopo il parto (forze compressive extrauterine , parto traumatico —> utilizzo di ventosa o forcipe). L’osteopatia può certamente intervenire sin dai primissimi mesi ma anche oltre i 6/7 mesi considerando che il cervello raddoppia la sua crescita nei primi 6 mesi ma la triplica entro i due anni di vita; La circonferenza cranica aumenta di circa 10cm nel primo anno di vita; La fontanella anteriore a 6 mesi è ancora aperta quindi l’approccio osteopatico ha un senso. Prenota una visita con me telefona al 3406828905 oppure online http://bit.ly/2ZHq5Jn L'altro giorno in studio è venuta a trovarmi una principessa di 3 settimane.
Il motivo del consulto, al di là di una valutazione Osteopatica generale, era la difficoltà da parte della bimba di ruotare la testa a sinistra. Terminato il trattamento è importante dare dei consigli utili che i genitori possono mettere in pratica a casa andando così a rafforzare il lavoro che viene svolto durante la seduta. Tra i consigli principali dati ci sono stimolazioni visive e uditive, prediligere (quando il bambino è vigile) la posizione in decubito prono, l’utilizzo di una fascia (utile anche nei casi di plagiocefalia), limitare il più possibile l’uso della sdraietta. Non è mai troppo presto per portare il tuo bimbo dall’osteopata! Prenota una visita con me telefona al 3406828905 oppure online http://bit.ly/2ZHq5Jn Quando si parla di STRETCHING c’è sempre una gran confusione perciò è importante fare un po’ di chiarezza (evidenze scientifiche ). Vale la pensa chiedersi se e quando farlo? La risposta è sì!
Si dice che lo stretching aiuta a ~ prevenire gli infortuni ~ aumenta la performance ~ aiuta a recuperare in tempi minori ~ favorisce e preserva la mobilità articolare Andiamo a vedere insieme i 4 punti —> il tono del muscolo è controllato da fusi neuromuscolari e organo tendineo del Golgi: i primi si attivano quando il muscolo viene stirato eccessivamente e lo fanno contrarre, i secondi invece si attivano quando c’è troppa tensione e fanno rilasciare il muscolo. Se prima di un’attività di potenza e velocità andiamo a fare uno stretching statico inibiamo la risposta fusale , la qualità della contrazione sarà alterata e questo aumenterà la probabilità di infortunio. Lo stretching dinamico non altera il tono, quello balistico lo eccita. Quindi i differenti tipi di stretching (statico, dinamico, balistico) alterano l’attività propriocettiva del muscolo e con questo possono aumentare o diminuire la possibilità di infortunio. Un muscolo leggermente allungato genera più forza mentre un muscolo eccessivamente allungato genererà meno forza. Lo stretching statico ha senso farlo nel momento in cui i ROM (range of movement) sono ridotti e insufficienti rispetto allo sport che svolgo. Non sempre lo stretching aiuta il recupero anzi a volte lo ostacola : durante l’attività fisica il muscolo è sottoposto a tensioni e stiramenti , quando facciamo stretching sottoponiamo il muscolo ad un ulteriore stiramento che può causare altri microdanni. Inoltre l’allungamento genera vasocostrizione che riduce l’afflusso di sangue fondamentale per il recupero. Per noi osteopati il concetto di arteria suprema è fondamentale : un’articolazione mantiene la sua mobilità se innervata e irrorata correttamente. Fare movimento idrata i tessuti quindi fare stretching previene l’invecchiamento tissutale e mantiene sane le articolazioni. Quindi ricorda che non è importante se fare o non fare stretching MA QUANDO farlo e COME FARLO!!! I PIVOT DELLA COLONNA VERTEBRALE IN GRAVIDANZA
La colonna nella donna in gravidanza è sottoposta a tensioni dovute alla "postura posteriore". A partire dalla 12 settimana l'utero smetterà di essere un organo intrapelvico per espandersi nell'addome fino ad arrivare a 2 cm dal processo xifoideo. L'input dei cambiamenti vertebrali parte dall'iperlordosi lombare e successivi adattamenti del resto della colonna. Il diaframma, sottoposto al gioco delle pressioni, si appiattisce aumentando la trazione a livello dei pilastri e sovraccaricando ulteriormente il passaggio toraco-lombare. Si parla impropriamente di NERVI ACCAVALLATI per indicare una condizione di dolore acuto che insorge in alcune aree muscolari.
Questi dolori più o meno acuti non sono certo determinati dallo spostamento dei nervi che rimangono sempre nella stessa posizione (PER FORTUNA) ben protetti da muscoli, fasce e segmenti ossei! Piuttosto il dolore causato dall’’’infiammazione è legato ad uno stato tensivo del muscolo non corretto: qui parliamo di Trigger Point= “punto grilletto”. Cosa sono?? Zone rigide, ischemiche, poco contrattili all’interno di una bendelletta di un muscolo. Il dolore può essere alla palpazione o irradiarsi in altre zone ( dolore riflesso). —> possono essere attivi = presenza di sintomatologia dolorosa alla palpazione, al movimento e a riposo. —> latenti = dolore solo alla palpazione. Cosa crea questo dolore?? stress sedentarietà posture scorrete attività fisica molto intensa variazioni climatiche importanti. ACIDO LATTICO
È una sostanza prodotta dall’organismo durante un’attività fisica. Prima si credeva e ahimè ancora molte volte lo sento dire che il dolore che si accusava a distanza di giorni dall’esercizio fosse causato da un accumulo di acido lattico. NON È COSÌ. In questo caso parliamo di DOMS (=indolenzimento muscolare a insorgenza ritardata) che si presentano maggiormente dopo le 24h dall’allenamento. Chi conosce la fisiologia sa bene che l’acido lattico che viene prodotto a seguito di un’attività fisica viene anche smaltito nell’arco delle 2/3h successive all’allenamento. Ma quindi c’è correlazione tra DOMS e micro-lacerazioni muscolari?? NO Quando noi sentiamo male non è il tessuto muscolare ad essere alterato bensì i nocicettori (recettori del dolore - sistema nervoso) —> è quindi il sistema neurale ad essere infiammato non il muscolo. Cosa fare (RIMEDI)? • Recupero attivo —> allenamento leggero • Acqua fredda subito dopo l’attività • Acqua calda / tiepida dopo qualche ora dall’allenamento • Massaggi • Riposo Il dolore è legato al condizionamento, alla percezione che abbiamo dello stimolo e della realtà.
Il dolore non è una risposta definita dell'organismo ma un fenomeno, un'esperienza, costituita da stimoli esterni e interpretazioni interne. Bruxismo:
Definiamo che cos’è: è quella condizione nella quale si serra fortemente la mandibola e si strofinano i denti emettendo un suono simile ad uno crepitio. Tendenzialmente avviene maggiormente durante la notte e può presentarsi anche in forma più lieve —> si serra solamente senza digrignare i denti. È spesso associato ad un’errata masticazione e in tanti casi c’è anche la presenza di un click mandibolare. Che cosa provoca ? * dolore alla mandibola; * Lesioni da sfregamento ai denti (smalto, ipersensibilità dei denti stessi..); * Mal di testa; * Dolore cervicale ma anche di riflesso su tutta la colonna vertebrale ; * Formazione di artrosi sui condili mandibolari; * Sensazione di instabilità. Qual’ è la causa ? La fisiopatologia è sconosciuta sebbene stress e ansia siano considerati fattori di rischio. È principalmente associato a reazioni allo stress e tic nervosi. Sono limitate le connessioni che associano il bruxismo secondario a problemi di Malocclusione. Pubblicazioni recenti suggeriscono che il bruxismo notturno sia secondario a micro sollecitazioni legate al sonno (aumento dell’attività cardiaca e respiratoria autonomica che tende a ripetersi 8-14 volte per ora). Sono ancora in fase di studio i fattori genetici ereditari. Se non curo questo disturbo posso andare incontro non solo ad una degenerazione delle strutture masticatorie ma anche ad una degenerazione della meccanica masticatoria. |
ATTENZIONE LEGGEREIl dottor Paonessa non rilascia AutoriMarco Paonessa Archivio
Settembre 2021
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