MEDICINA INTEGRATA
Oggi si sentono sempre più frequentemente queste parole: medicina tradizionale, medicina allopatica, medicina omeopatica, medicina non convenzionale, medicina alternativa e tutto questo crea certamente una grande confusione. Ritengo sia importante sottolineare che vi è una sola medicina e che non ha molto senso creare conflitti dialettici; credo invece, come Fisioterapista e Osteopata, che un chiarimento sia utile.
In un editoriale intitolato “Integrated medicine” (Medicina integrata), pubblicato dal BMJ (British Medical Journal) nel gennaio 2001, possiamo trovare una efficace definizione di integrazione così come viene intesa nella letteratura medica corrente: “La medicina integrata è praticare la medicina in modo da incorporare elementi delle pratiche complementari ed alternative nei piani preventivi e terapeutici, a fianco dei più solidi metodi diagnostici e terapeutici ortodossi.”
Oggi ci si rende conto della necessità di un intervento attuato su più piani: da quello preventivo, come aggiustamenti dietetici, riequilibrio energetico e tecniche di rilassamento.
A sostegno di questa affermazione si può citare, a titolo di esempio significativo ed autorevole, quanto è scritto nel primo capitolo dell’ultima edizione dell’Harrison: (testo di base per i medici) “La pratica della medicina combina scienza ed arte. La tecnologia scientifica ed il ragionamento deduttivo sono il fondamento della soluzione di molti problemi clinici. Eppure, l’abilità nelle applicazioni più avanzate di laboratorio e di farmacologia non fa, di per sé, un buon medico. La combinazione di conoscenza, intuizione e capacità di giudizio definisce l’arte della medicina, che è tanto necessaria quanto lo è una solida base scientifica”.
Ma quali sono gli obiettivi che l’integrazione dovrebbe raggiungere?
L’obiettivo della medicina integrata è identificare i trattamenti più appropriati fra un ampio spettro di cure basate su evidenze di efficacia. Questo concetto è stato bene espresso nel recentissimo documento prodotto dalla commissione del governo americano sulle medicine complementari.
L’integrazione di diverse discipline come l'osteopatia, la chiropratica, l'omeopatia, la fitoterapia, la naturopatia, ..., con la medicina occidentale tradizionale possono trovare applicazione in tutte le problematiche della salute:
Queste sono le caratteristiche salienti delle tecniche complementari perché si possa realizzare l’integrazione:
Va anche ricordato che per praticare seriamente importanti discipline, come la fitoterapia, l’idroterapia, la riflessoterapia, l'omeopatia, non è sufficiente aver frequentato brevi corsi, magari della durata di qualche weekend, è invece certamente necessario avere una base di conoscenza teorica e pratica della materia molto profonda.
La visione olistica che deve possedere ad un Osteopata non si deve riferire solo all'inquadramento dell’individuo, ma deve abbracciare anche tutte le discipline che mirano alla prevenzione e al mantenimento della salute.
l'Osteopata infatti opera nel rispetto delle terapie mediche e si occupa di “integrare” quelle scelte terapeutiche con dei trattamenti complementari, per favorire il raggiungimento di un maggiore equilibrio che consenta all'individuo un migliore e magari più veloce processo di guarigione.
Certamente chi opera nel settore naturale non deve arroccarsi su posizioni di conflitto nei confronti della medicina tradizionale, ma deve cercare una reale integrazione tenendo ben presente che, la priorità assoluta, è il benessere di chi si affida alla sua professionalità.
In conclusione, ritengo che l'Osteopata dovrebbe lavorare in collaborazione con i medici, senza pretendere di sostituirsi a loro e nel rispetto delle loro competenze.
Quanto più questa integrazione potrò avvenire, tanto più sarà garantito un corretto approccio alla risoluzione di quella complessa problematica chiamata “malattia”.
Leggi anche: DALLA MEDICINA ALTERNATIVA ALLA MEDICINA INTEGRATA XXI Secolo
In un editoriale intitolato “Integrated medicine” (Medicina integrata), pubblicato dal BMJ (British Medical Journal) nel gennaio 2001, possiamo trovare una efficace definizione di integrazione così come viene intesa nella letteratura medica corrente: “La medicina integrata è praticare la medicina in modo da incorporare elementi delle pratiche complementari ed alternative nei piani preventivi e terapeutici, a fianco dei più solidi metodi diagnostici e terapeutici ortodossi.”
Oggi ci si rende conto della necessità di un intervento attuato su più piani: da quello preventivo, come aggiustamenti dietetici, riequilibrio energetico e tecniche di rilassamento.
A sostegno di questa affermazione si può citare, a titolo di esempio significativo ed autorevole, quanto è scritto nel primo capitolo dell’ultima edizione dell’Harrison: (testo di base per i medici) “La pratica della medicina combina scienza ed arte. La tecnologia scientifica ed il ragionamento deduttivo sono il fondamento della soluzione di molti problemi clinici. Eppure, l’abilità nelle applicazioni più avanzate di laboratorio e di farmacologia non fa, di per sé, un buon medico. La combinazione di conoscenza, intuizione e capacità di giudizio definisce l’arte della medicina, che è tanto necessaria quanto lo è una solida base scientifica”.
Ma quali sono gli obiettivi che l’integrazione dovrebbe raggiungere?
L’obiettivo della medicina integrata è identificare i trattamenti più appropriati fra un ampio spettro di cure basate su evidenze di efficacia. Questo concetto è stato bene espresso nel recentissimo documento prodotto dalla commissione del governo americano sulle medicine complementari.
L’integrazione di diverse discipline come l'osteopatia, la chiropratica, l'omeopatia, la fitoterapia, la naturopatia, ..., con la medicina occidentale tradizionale possono trovare applicazione in tutte le problematiche della salute:
Queste sono le caratteristiche salienti delle tecniche complementari perché si possa realizzare l’integrazione:
- non devono avere criteri nosologici diversi da quelli convenzionali;
- devono essere prevalentemente indicate per specifiche condizioni e quindi più facilmente integrabili sia teoricamente che praticamente;
- devono essere praticabili anche da operatori sanitari ben qualificati, ancorché non laureati.
Va anche ricordato che per praticare seriamente importanti discipline, come la fitoterapia, l’idroterapia, la riflessoterapia, l'omeopatia, non è sufficiente aver frequentato brevi corsi, magari della durata di qualche weekend, è invece certamente necessario avere una base di conoscenza teorica e pratica della materia molto profonda.
La visione olistica che deve possedere ad un Osteopata non si deve riferire solo all'inquadramento dell’individuo, ma deve abbracciare anche tutte le discipline che mirano alla prevenzione e al mantenimento della salute.
l'Osteopata infatti opera nel rispetto delle terapie mediche e si occupa di “integrare” quelle scelte terapeutiche con dei trattamenti complementari, per favorire il raggiungimento di un maggiore equilibrio che consenta all'individuo un migliore e magari più veloce processo di guarigione.
Certamente chi opera nel settore naturale non deve arroccarsi su posizioni di conflitto nei confronti della medicina tradizionale, ma deve cercare una reale integrazione tenendo ben presente che, la priorità assoluta, è il benessere di chi si affida alla sua professionalità.
In conclusione, ritengo che l'Osteopata dovrebbe lavorare in collaborazione con i medici, senza pretendere di sostituirsi a loro e nel rispetto delle loro competenze.
Quanto più questa integrazione potrò avvenire, tanto più sarà garantito un corretto approccio alla risoluzione di quella complessa problematica chiamata “malattia”.
Leggi anche: DALLA MEDICINA ALTERNATIVA ALLA MEDICINA INTEGRATA XXI Secolo
Le fasi della terapia integrata
Le fasi del processo
La terapia integrata nasce dall'unione sapiente delle migliori tecniche di terapia manuale a livello mondiale con l'ingegneria medica nel campo fisioterapico.
Questa formula innovativa si basa sull'uso della terapia manuale e dell'osteopatia, utilizzando mezzi fisici specifici per controllare il dolore e l'infiammazione.
Questa formula innovativa si basa sull'uso della terapia manuale e dell'osteopatia, utilizzando mezzi fisici specifici per controllare il dolore e l'infiammazione.
Valutazione iniziale
Dopo aver espletato l'accettazione presso la nostra segreteria, i clienti della Clinica Olos del Dott. Paonessa vengono accompagnati negli studi dai nostri fisioterapisti osteopati per la prima fase valutativa, fulcro ed anima del nostro progetto area riabilitazione. Dopo un'attenta anamnesi vengono effettuati dei test speciali per individuare la vera fonte dei sintomi.
Si utilizzeranno i risultati di vari test per progettare diversi percorsi terapeutici per ciascun soggetto.
Si utilizzeranno i risultati di vari test per progettare diversi percorsi terapeutici per ciascun soggetto.
- Test muscolo articolari
Valuta l'escursione articolare ROM la tonicità muscolare e le loro sinergie. - Test neurologico
Valuta le anomalie della sensibilità e della motricità causate da problemi del sistema nervoso centrale o periferico. - Test neurodinamico Novità
Valuta la capacità di movimento dei nervi periferici e del midollo spinale. - Test movimenti accessori
Valuta i micro-movimenti articolari che possono provocare disfunzioni. - Test posturale
Valuta il corretto allineamento dei vari distretti corporei in un concetto di globalità.
Controllo del dolore e dell'infiammazione
Stimolare la biologia tissutale della zona infiammata è essenziale per ridurre i tempi di recupero. Tecarterapia, elettroporazione, ultrasuoniterapia e elettrostimolazione sono al nostro servizio per vincere la battaglia contro il dolore e l'infiammazione.
L'utilizzo e la scelta di uno dei mezzi fisici sarà determinata dall'esito della valutazione iniziale, dal sito anatomico e dalle caratteristiche antropomorfe del paziente e dalla fonte dei sintomi.
L'utilizzo e la scelta di uno dei mezzi fisici sarà determinata dall'esito della valutazione iniziale, dal sito anatomico e dalle caratteristiche antropomorfe del paziente e dalla fonte dei sintomi.
- Tecarterapia
Diatermia per stimolare la mobilità ionica tissutale con l'utilizzo di calore. - Elettroporazione (Mesoterapia senza aghi)
Microcorrenti in grado di far penetrare in profondità i farmaci senza iniezioni. - Ultrasuoniterapia
Onde sonore per aumentare la perfusione sanguigna ed il turn-over cellulare dei tessuti patologici. - Elettrostimolazione
Microcorrenti a frequenza variabile capaci di dialogare con il sistema nervoso per il controllo del dolore.
Recupero dell'articolarità
La fase di valutazione fornisce all'operatore una varietà di opzioni e decisioni terapeutiche per alleviare il blocco delle istruzioni, l'ipomobilità spinale o la disfunzione neuromuscolare. Esistono tecniche di terapia manuale che consente soluzioni efficaci a patologie comuni.
Sono diverse le tecniche che fanno parte della formazione dell'organico e saranno utilizzate in base agli esiti della valutazione iniziale con l'associazione di terapia fisica mirata.
Sono diverse le tecniche che fanno parte della formazione dell'organico e saranno utilizzate in base agli esiti della valutazione iniziale con l'associazione di terapia fisica mirata.
- Terapia manuale
Tecniche di riposizionamento articolare, stretching dei tessuti molli, mobilizzazioni del sistema nervoso, utilizzate con energia e ritmi variabili dopo aver effettuato il Clinical Reasoning, ovvero un'analisi comparata tra i sintomi, la storia e le caratteristiche del paziente. - Osteopatia
Una disciplina globale che utilizza tecniche neuromuscolari, di manipolazione, viscerali e craniosacrali per aumentare la mobilità delle parti del corpo dovute a squilibri comuni.
Recupero della forza, della resistenza, della coordinazione e dell'equilibrio.
Il ripristino di queste funzioni è parte integrante del nostro processo terapeutico. La valutazione iniziale va anche a quantificare le aspettative e le esigenze di ogni singolo individuo, mettendo così in risalto i limiti da superare nella vita di tutti i giorni o durante una performance sportiva ad alto livello.
Esercizi a resistenza elastica, pedane propriocettive, daranno vita ad un training dedicato per ogni singolo paziente.
Esercizi a resistenza elastica, pedane propriocettive, daranno vita ad un training dedicato per ogni singolo paziente.
- Resistenza elastica
L'esercizio terapeutico con utilizzo di questo tipo di supporti permette una gradualità ed una adattabilità preziose per la riabilitazione post-operatoria. - Pedane propiocettive
Forniscono un prezioso apporto alla valutazione dell'equilibrio della distribuzione del carico corporeo nella prevenzione dei traumi dell'arto inferiore.
Retest finale Valutazione dei risultati e del benessero psico-fisico
Quest'ultima valutazione è determinante per ottimizzare il trattamento e ridurre al minimo il rischio di situazioni recidive. Viene eseguito nuovamente il test specifico della prima sessione e viene effettuato un confronto aggiornato. Ulteriori test di successivi vengono eseguiti in preparazione al ritorno all'attività fisica
Sarà valutato i miglioramenti nei sistemi psico-emotivi correlati a traumi e/o disfunzioni.
Sarà valutato i miglioramenti nei sistemi psico-emotivi correlati a traumi e/o disfunzioni.
- Ginnastica posturale
Tecniche di stretching globali, abbinati ad una respirazione specifica per distendere e riarmonizzare il corpo nello spazio. - Tecniche viscerali
Tecniche fasciali per mobilizzare o rilasciare organi interni causa di disordini neuro-muscolari-scheletrici. - Tecniche cranio sacrali
Attraverso il ritmo respiratorio primario e con la lettura di alcune manovre sul cranio si possono risolvere anche disfunzioni nei distretti anatomici distanti. Ottimo per il rilassamento.