L'Omeopatia viene spesso accusata di essere "acqua fresca" e di avere, al massimo, un effetto placebo ( suggestione ). Non mancano tuttavia autorevoli prese di posizione di eminenti studiosi che lavorano da anni per dimostrare che i rimedi omeopatici, pur non contenendo sostanze chimiche che ne farebbero di fatto altri farmaci, hanno un reale effetto sperimentalmente dimostrabile.
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Essere uomo oggi.
a cura di Sergio Signori “ …quando sarò capace di amare con la mia Donna non avrò nemmeno la prepotenza e la fragilità di un uomo bambino…” (G. Gaber) Essere uomini (maschi) …cosa significa, oggi? I vecchi stereotipi sono crollati ed in fondo non ce ne rammarichiamo: quegli uomini “tutti d’un pezzo”, impettiti, fieri, aggressivi, dominanti, rigidi…ecco, sì, soprattutto rigidi! Ma nei film erano sempre i maschi che sapevano cosa fare e risolvevano le situazioni. Noah Fisher, un bambino di 4, non voleva indossare gli occhiali per paura si essere preso in giro dai compagni a scuola. La madre ha aperto su Facebook la pagina "Glasses for Noah", chiedendo ad amici e parenti di pubblicare foto da "quattrocchi" per convincere il figlio. La madre di un ragazzino che faceva i capricci, rifiutandosi di indossare gli occhiali da vista, ha utilizzato il web per convincerlo, chiedendo ad alcuni amici di rassicurarlo. Lindsey Fisher ha aperto un account su Facebook chiamato “Glasses for Noah”, dove gli amici potevano inviare foto di se stessi con gli occhiali. La pagina oggi conta pià di 1000 foto, moltissime persone provenienti da tutto il mondo, anche sconosciute dalla madre, hanno voluto aderire all’originale iniziativa inviando immagini per sostenere il bimbo di 4 anni.
Il piccolo Noah Fisher aveva paura di come i suoi compagni di scuola avrebbero accolto la novità sul suo naso. Piangendo ha confessato alla madre la paura delle prese in giro. Per supportare il bimbo Lindsey Fisher si è affidata a Facebook aprendo la pagina “Occhiali per Noah” che oggi conta migliaia di like e tantissime foto divertenti di persone con gli occhiali, tutte pubblicate online per dimostrare al piccolo che non c’è nulla di male nell’essere “quattrocchi”. Oggi Noah è fiero e soddisfatto del suo look. Fonte: fanpage.it La temperatura della casa da tenere quando si ha un neonato in casa: è importante mantenere una temperatura costante di 22 gradi. I consigli del Pediatra. a cura di: Dott.ssa Tiziana Candusso (pediatra) Qual è la temperatura adatta da tenere in una abitazione, giusta per un neonato? Durante il giorno? Quando dorme alla notte? Quando fa il bagnetto? In epoca neonatale i meccanismi di termoregolazione non sono sufficientemente maturi e il loro funzionamento presuppone un maggiore consumo di ossigeno quanto più rilevanti sono le variazioni di temperatura e di umidità ambientale: si dice che il neonato è termolabile. Per questo motivo, dobbiamo essere noi a garantire al neonato la "termoneutralità", cioè una condizione ambientale nella quale il consumo di energia è minimo ed il controllo della temperatura corporea è raggiunto esclusivamente con meccanismi vasomotori (cioè aumentando o diminuendo il flusso di sangue agli arti). Nel caso di un neonato a termine, sano, vestito (non eccessivamente), l'ambiente termoneutrale ha una temperatura di 22° sia di giorno che di notte, con una umidità relativa del 40-60%. Per un neonato pretermine di peso superiore ai 2 kg, tenuto vestito nel lettino, l'ambiente termoneutrale è caratterizzato da una temperatura intorno ai 24° con una umidità relativa intorno al 50%. L'acqua del bagnetto deve essere intorno ai 36-37° per riprodurre la temperatura corporea interna. Fonte: mammaepapa.it Il 1 Marzo 2014 presso il Policlinico di Pavia si svolgerà il Convegno "Oncologia in Auto-Ridefinizione". La presidenza e la Direzione Scientifica è tenuta dal Prof. Claudio Corbellini, nostro stimato Relatore MedCam.
Il Convegno tratterà il tema della malattia oncologica, dal punto di vista della medicina tradizionale e non convenzionale. Prenderanno parte all'Evento anche altri Relatori MedCam quali il Prof. Salvatore Bardaro, il Prof. Sergio Serrano, il Dott. Luigi Carlo Collivasone. L'ingresso è libero. Per visionare il programma scientifico è possibile consultare il seguente link: http://www.integraltranspersonal.com/files/PDF/Oncologia_1_Marzo_2014.pdf L' Epigenetica è la branca della genetica che si occupa dello studio dell'interazione dei nostri geni con l'ambiente. Il 2% del nostro Dna è costituito da 20000 geni, i quali si occupano di costituire le proteine: il restante 98% è costituito da Dna oscuro, che l'ambiente ed i comportamenti quali (alimentazione, attività fisica e stress) sono in grado di modificare. Lo studioso Conrad Waddington (1905-1975) ha compreso che è possibile che si modifichi stabilmente l’attività del genoma senza che ci sia un cambiamento a livello delle basi, bensì con un cambiamento delle informazioni lì contenute. Analizzando ad esempio l'influenza dell'alimentazione, una dieta eccessiva, come quantità e calorie (specie di zuccheri raffinati e determinati grassi), causa l’attivazione del fattore di trascrizione nucleare NF-kB. Questo componente va pensato come un tasto di accensione che attiva i geni deputati alla produzione di alcune sostanze infiammatorie. Fonte: Cure Naturali http://www.cure-naturali.it/salute-naturale/2811/epigenetica-come-ambiente-influenza-dna/4407/a Lo Studio "Mindfulness-Oriented Recovery Enhancement for Chronic Pain and Prescription Opioid Misuse: Results From an Early-Stage Randomized Controlled Trial" pubblicato da un gruppo di ricercatori dell'Università dello Utahsul Journal of Consulting and Clinical Psychology ha mostrato una nuova terapia percombattere il dolore cronico, a dispetto dell'attuale utilizzo di oppiacei, non privi di effetti collaterali. Questa nuova tecnica, il MORE (Mindfulness-Oriented Enhancement Recovery), consiste in una una sorta di meditazione relativa ai propri pensieri, azioni, sensazioni ed emozioni. Il suo fine ultimo è l’accettazione di sé, e si base principalmente su tre concetti la "formazione di Consapevolezza" (Mindfulness training), la "Rivalutazione" (Reappraisal) e l'"Assaporamento" (Savoring). Lo studio controllato randomizzatoha coinvolto 115 pazienti cronici suddivisi in 2 gruppi: uno assegnato alla terapia MORE, l'altro alla terapia di gruppo convenzionale, per 8 settimane. Il primo gruppo (MORE) ha evidenziato una riduzione del 63% nell'uso di oppiacei ed una riduzione significativa del dolore, mostrando l'interconnessione tra mente e corpo. Fonte: University of Utah http://unews.utah.edu/news_releases/mind-over-matter-beating-pain-and-painkillers/ Abstract: http://psycnet.apa.org/psycinfo/2014-03888-001/ |
ATTENZIONE LEGGEREIl dottor Paonessa non rilascia AutoriMarco Paonessa Archivio
Novembre 2024
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