La Sindrome dello Stretto Toracico, chiamato anche Sbocco Toracico o Egresso Toracico (SST), comprende una serie di disordini, nei quali vi è la compressione del plesso brachiale, dell’arteria o della vena sottoclavicolare o di entrambi, proprio nella zona dell’egresso toracico. La maggior parte dei pazienti ha sintomi neurologici al braccio ed alla mano.
Vari sono i fattori che predispongono i pazienti a sviluppare la SST. Molti sono i pazienti che rispondono bene ad un trattamento conservativo Osteopatico, che dovrà essere calibrato su ogni paziente in funzione di ciò che si troverà a livello biomeccanico. La chirurgia deve essere contemplata solo dopo aver provato sistemi meno invasivi, quindi per ultima istanza. Spesso sono gli stessi chirurghi che suggeriscono ai pazienti di cercare di risolvere tale problema in maniera Osteopatica, e solo dopo di rivolgersi alla chirurgia. La SST coinvolge molto di più di una locale compressione neuro-vascolare. I trattamenti di rilascio miofasciale ed esercizi di stretching possono essere solo parzialmente o temporaneamente di successo, fino a quando tutte le altre strutture coinvolte nella disfunzione somatica, cranio sacrale, ATM etc. non saranno trattate. La Sindrome dello Stretto Toracico è un gruppo di sintomi che provengono non solo dalle estremità superiori, ma anche dal torace, collo, spalla e testa, che provengono da una compressione intermittente e posizionale. Anatomicamente, la zona della SST è delimitata dai muscoli Scaleno Anteriore e Medio, la fascia di Sibson (sopra la cupola all’apice del polmone), la clavicola, la prima costa, con la possibile ipertrofia dei muscoli Succlavio e Piccolo Pettorale, il legamento Costo-Clavicolare, la vena Giugulare Interna, il nervo mediano ed il processo coracoideo. Questa apertura possiede una larghezza antero-posteriore che può variare da 0,4 a 3,5 cm. L’intrappolamento in questa zona, di solito, coinvolge: una combinazione di disfunzione articolare nella prima articolazione costo-trasversale; adesione o ipertonicità degli Scaleni Anteriore e Medio, dovuto all’irritazione della radice nervosa; spondilosi; degenerazione articolare (osteoartrite) o irritazione delle facete articolari, risultando nella Sindrome dello Scaleno Anteriore. Alcuni autori affermano che il muscolo primario coinvolto in questa sindrome sia lo Scaleno Anteriore, e che lo Scaleno Medio semplicemente rappresenti un margine limitante per la compressione.
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Il 26 aprile 2012 il decreto francese n° 584 ha definito gli atti e le condizioni di pratica osteopatica riguardante anche i cittadini dell'Unione Europea che desiderano utilizzare il titolo di osteopata sul territorio francese nell'ambito della libera prestazione dei servizi. La notizia, pubblicata sul sito francese dell'Osteopatia www.osteopathie-france.net nella sezione leggi e decreti ha per oggetto il chiarimento delle disposizioni di attuazione direttiva 2005/36/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 7 settembre 2005 relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali applicabili all'uso come un osteopata. Di seguito segnaliamo alcuni passaggi fondamentali del decreto. L'art. 10 della seconda sezione definisce la Libera prestazione dei servizi. Nello specifico: “L'osteopata, un cittadino di uno Stato membro dell'Unione europea o in un altro Stato parte dell'accordo sullo Spazio economico europeo, che esercita legalmente l'attività in uno Stato, può compiere atti professionali in Francia, su base temporanea e occasionale, senza dover procedere con la registrazione....". "La prestazione temporanea e occasionale di servizi deve essere valutata caso per caso, in particolare in termini di durata, frequenza, periodicità e continuità (...) Quando l'esercizio o la formazione per la professione osteopatica non è regolamentata nello Stato in questione, l'osteopata deve dimostrare di aver lavorato per almeno due anni nel corso dei precedenti 10 anni”. L'iter da compiere è il seguente: Art. 10-1 - La prestazione del servizio è soggetta ad una dichiarazione preventiva, accompagnata da documenti giustificativi (stato civile, nazionalità, la legittimità di esercitare nello Stato membro di origine o di provenienza, in assenza di divieti, l'assicurazione professionale ) da inviare al direttore generale della salute dell'Agenzia Regionale entro la primavera. Entro un mese dal ricevimento della dichiarazione, il direttore esecutivo dell'Agenzia regionale competente dopo aver esaminato il caso, informa l'osteopata richiedente decidendo se può o meno cominciare ad esercitare la professione osteopatica. Nel caso la verifica delle qualifiche professionali dimostra una differenza sostanziale con la formazione richiesta in Francia, l'osteopata richiedente l'esercizio della professione in Francia deve dimostrare di aver acquisito le lacune nelle conoscenze e competenze, anche attraverso la presentazione di una prova attitudinale. Se egli adempie questo controllo, entro un mese può iniziare a fornire servizi. In caso contrario, sarà informato che non può iniziare ad esercitare in Francia. In assenza di risposta dal direttore generale dell'agenzia sanitaria regionale competente nei termini specificati, la fornitura di servizi può cominciare. Art. 10-3 - Il capo dell'agenzia sanitaria regionale competente registra il servizio su una particolare lista ed invierà al richiedente una ricevuta con il suo numero di registrazione. Art. 10-4 - Il servizio è subordinato all'esercizio della professione nonché alle regole professionali applicabili in Francia. "I servizi vengono eseguiti con il titolo professionale dello Stato di origine, in modo da evitare confusione con il professionista francese. Tuttavia, nei casi in cui le qualifiche sono state verificate, il servizio è effettuato con il titolo professionale francese”. |
ATTENZIONE LEGGEREIl dottor Paonessa non rilascia AutoriMarco Paonessa Archivio
Settembre 2021
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