Aprirà domani 28 maggio nell'Ospedale San Pietro Fatebenefratelli di Roma, l'Ambulatorio di Osteopatia Neonatale e Pediatrica sotto la responsabilità del dott. Marco Petracca, osteopata, specialista in Scienze delle Professioni Sanitarie della Riabilitazione, docente nella Scuola di Osteopatia C.E.R.D.O. a Roma oltre che alla la Facoltà di Medicina e Psicologia della “Sapienza” Università di Roma in cui insegna Fisioterapia.
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Il taglio cesareo: prendersi cura delle cicatrici anche dopo anni
La cicatrice da taglio cesareo, come tutte le altre cicatrici, e’ una entità particolare e complessa. Pero’ una cicatrice da cesareo non e’ una cicatrice come tutte le altre. E’ la testimonianza dell’arresto o dell’assenza dei movimenti della vita (quel passaggio iniziatico che e’ il parto). Il taglio cesareo salva la vita delle donne e dei neonati, ma nello stesso tempo modifica l’ordine ontologico (metafisico). Otto anni fa, ho imparato una tecnica sulle cicatrici che mi ha dato la possibilità di aiutare donne post-cesareo, anche quarant'anni dopo! Ogni taglio cesareo e’ diverso perché’ ogni donna lo vive in modo diverso, perché ha un vissuto personale e familiare diverso. Quindi l’impatto con il taglio cesareo sara’ diverso. Prima di parlare del taglio cesareo mi sembra importante occuparsi dell’impatto in generale di una cicatrice. In natura, l’esterno protegge l’interno e così anche nel corpo questo ordine esiste: la pelle separa l’interno del corpo dal suo esterno. E così come lo separa, lo protegge: filtra e impedisce agli aggressori di penetrare ed evita la dispersione della nostra energia vitale. La bellezza della pelle sta nella capacita’ di separare e contemporaneamente creare l’apertura al contatto e alla comunicazione. La pelle e’ il più grande organo del corpo ed e’ il primo senso a svilupparsi nel feto. Tutta la dolcezza della relazione madre-feto si trova nella pelle. La pelle ha la stessa origine embrionaria del sistema nervoso centrale, dell’ipofisi, della ghiandola mammaria e delle surrenali. Quando la pelle e’ toccata, noi siamo toccati nel nostro rivestimento, noi siamo feriti nella nostra dolcezza: ci sentiamo aggrediti “tutte le cicatrici sono una aggressione memorizzata dai tessuti”. Quando la pelle e’ toccata, tutta la “famiglia” embrionaria e’ toccata:
Sotto la pelle, le fasce, sono quelle membrane che collegano tutte le parti, le strutture e gli organi tra loro. Se le fasce sono cicatrizzate, tutta la meccanica del corpo ne e’ informata e modificata. Se l’utero e’ ferito nella sua intimità si indurisce e crea una tensione meccanica e funzionale. La cicatrici, quindi, altera l’ordine naturale. L’esterno non protegge più l’interno. La cicatrice si forma fisicamente ma resta aperta energeticamente. La pelle non fa più da barriera e diventiamo più vulnerabili all'influenza esterna e alla perdita di energia. Il parto e la cicatrice Il parto e l’incontro con il nuovo essere, che dovrebbe essere una giubilazione vista la ipersecrezione di ossitocina, e’ una aggressione verso i tessuti che porta a diminuzione dell’ossitocina e quindi ad una eventuale alterazione relazionale e ad una difficoltà’ nell'allattamento. La secrezione di cortisolo, necessaria alla cicatrizzazione, mantiene uno stato di stress permanente. La nascita della donna, nello stato di madre, e di un bebè , nello stato di bambino, comincia con difficoltà’ e disarmonia. Questo vissuto, più o meno traumatico, rimane tra la mamma e il bambino, tra la mamma e se stessa e tra la mamma e suo marito, sia su un piano cosciente che su quello incosciente. Il benessere dell’incontro e’ alcune volte intaccato dalla rabbia, dalla delusione di non avere il bambino sopra di sé, dalla paura per il bambino, dal senso di colpa del bambino e dalla sua sensazione di non essere ascoltato o rispettato, ecc… la cicatrice e’ la memoria di questo vissuto. Mantiene alcune volte la memoria degli eventi precedenti, durante la gravidanza o anche prima. Mantiene la memoria degli eventi durante la cicatrizzazione (6 mesi). Questa memoria si fissa nei tessuti cicatriziali. Le donne restano bloccate nel loro passato. Uno dei segni di questa memoria e’ la sensibilità della pelle. E’ la relazione tra la pelle e il cervello. Le cicatrici sono regioni spesso sensibili o anche che bruciano all'inizio e poi diventano insensibili come fossero “morte”. Non c’e’ più collegamento tra il cervello e questa parte del corpo. La memoria ne resta nascosta, immobilizzata. • Come ritrovare l’armonia in tutto questo? • L’obiettivo e’ tornare allo stato iniziale? Protocollo di armonizzazione globale delle cicatrici La fortuna che abbiamo oggi e’ quella di poter dare una risposta a questo vissuto e di poter mettere in movimento quello che si e’ fissato! Questo lavoro completo che rilascia il livello fisico, armonizza l’energia e libera le emozioni, e’ stato ideato dal Dott. Mahe’ (medico, osteopata agopunturista e omeopata). Per equilibrare una cicatrice sono necessarie 1-3 sedute almeno.
Il mio primo trattamento ad una donna che aveva subito il cesareo e’ stato ad una collega. L’ho rivista dopo 4 anni dal taglio e la donna ha potuto liberarsi delle emozioni legate al parto ma anche di quelle legate al contesto familiare durante la gravidanza e il parto. Lei ha sentito qualcosa liberarsi in lei dal profondo. Una settimana dopo e’ tornata e mia ha detto che prima del trattamento non desiderava un altro bambino e che non ci aveva neanche mai pensato e che da dopo la seduta il desiderio del secondo bambino e’ finalmente arrivato. E’ la testimonianza che il suo sguardo sulla nascita e’ cambiato: e’ piu’ neutro, più’ libero. L’amore circola diversamente. Tre mesi dopo era incinta. La’ ho capito che c’e’ qualcosa di particolare. Ho avuto anche richieste di trattamenti per favorire la fecondità dopo un cesareo e funziona molto bene. L’utero conosce il suo ruolo, ha l’energia per l’espulsione. Quando questa tappa manca, l’energia resta dentro i tessuti, l’utero resta sempre pieno. Questo lavoro permette la dispersione di questa energia. L’utero ritrova la sua mobilità’. Le donne raramente si rivolgono al terapeute per il cesareo, ma piuttosto parlano di lombalgie, di cervicalgie. Simonetta e’ venuta da me per una lombo-sciatalgia persistente da più di 6 mesi. La radiografia mostrava una ciste nel canale midollare in zona sacrale. Due mesi prima si era fatta rimuove i polipi dal colon. Aveva subito un taglio cesareo 24 anni prima e già aveva ricevuto un “protocollo” di trattamento per le cicatrici. La liberazione e’ stata talmente forte che durante il trattamento ha sentito un laccio tra la cicatrice e la zona del sacro dolente. Con il proseguire del trattamento il dolore spariva e alla fine si e’ alzata senza i dolori. Dopo il trattamento ha potuto cambiare le sue abitudini di vita come desiderava da tempo: non era più’ bloccata nel suo passato. Il tempo per se non e’ per forza un fattore di miglioramento per la cicatrice; il disequilibrio fisico ed energetico e’ talmente importante che le conseguenze possono presentarsi in uno squilibrio anche anni dopo. La relazione madre-figlio e’ per forza intaccata dal taglio cesareo. La madre ha difficoltà ad usare il termine partorire per la nascita del figlio e spesso si nota che residua una relazione di fusione dopo un cesareo. Il senso di colpa, la paura per il bambino, la mancanza di contatto e lo sguardo diretto possono condurre ad un eccessivo senso di protezione e in una relazione fusionale, più o meno coscientemente. Il bambino può anche avere la tendenza di rispondere alle emozioni della madre (o ai problemi) con una iperattività o problemi di sonno per far vedere alla madre che e’ vivo e che tutto va bene, perché la vita e’ movimento. L'amore è una questione di spazio. Durante cesareo questo spazio non si crea. La liberazione della cicatrice e la messa in movimento delle energie legata alla madre e al figlio permette di ristabilire l'ordine ontologico (metafisico) dove il piccolo esce dai genitali, si crea uno spazio tra la madre e il bambino prima di essere appoggiato sul cuore della madre in modo da attivare la scintilla d'amore tra i due esseri. Le donne assistono ad un nuovo trasporto d'amore per il proprio figlio dopo il trattamento della cicatrice. Lo sguardo verso il figlio cambia: ”E' nato, è uscito dal mio ventre, è là!”. Un nuovo legame si è creato. I bambini si aprono al mondo, il loro sonno si armonizza e si calmano. La donna si apre ad un'altra forma d'amore e la relazione che prima era esclusiva per il figlio coinvolge anche il suo partner. La relazione della donna con il suo corpo dopo il cesareo è intaccata da una zona più o meno sensibile intorno alla cicatrice. Talvolta la donna non vuole essere toccata in questa zona. Questa zona è normalmente una zona di piacere e di eccitazione diventa insensibile o intoccabile. La sessualità può cambiare. Il lavoro sulla cicatrice permette di ritrovare una sensibilità normale, anche dopo la prima seduta. Anche l'aspetto estetico è importante nella relazione con il proprio corpo. Il rossore può diventare più chiaro, i cheloidi si appiattiscono e si ammorbidiscono. Sento spesso alla fine di una seduta che il “ventre brontola, diventa vivo”. Ci sono donne che non riescono a perdere peso dopo un cesareo. Durante il trattamento le donne prendono coscienza che la loro immagine mentale è ancora di essere piene, incinta. Il cervello ha mantenuto questo stato e i chili non se ne vanno. La liberazione energetica della cicatrice permette la regolazione mentale e fisica. Inoltre, la donna è tagliata energeticamente in due dal cesareo (o da una isterectomia laparotomica). Molti meridiani sono tagliati nel loro decorso verticale e così le fasce, che sono rispettivamente trasportatori energetici e di liquidi. Tutte le donne non lo sentono più ma per il corpo è una realtà. Durante il trattamento questa separazione diventa tangibile e le connessioni si formano dapprima piccole e fino a raggiungere l'armonizzazione globale tra l'alto e il basso del corpo. L'equilibrio energetico e il ritorno ad una sensibilità normale (testimoniato da un riallacciamento e riconnessione nervosa) sono come una porta che si apre alla riconciliazione con il corpo, con la propria storia e che libera all'incontro con l'altro. Il cesareo non è un fatalità: è una tappa della vita. Il lavoro sulla cicatrice permette un nuovo incontro con il proprio corpo e le proprie emozioni. Si apre la porta per un “parto spontaneo dal basso dopo il cesareo (AVAC o VBAC) se la donna è nell'età e lo desidera vivere. L'armonizzazione delle cicatrici non è un viaggio indietro ma una liberazione per camminare verso il futuro per la donna e la sua discendenza. ariticolo del collega David Kanner - Osteopata |
ATTENZIONE LEGGEREIl dottor Paonessa non rilascia AutoriMarco Paonessa Archivio
Settembre 2021
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