Noah Fisher, un bambino di 4, non voleva indossare gli occhiali per paura si essere preso in giro dai compagni a scuola. La madre ha aperto su Facebook la pagina "Glasses for Noah", chiedendo ad amici e parenti di pubblicare foto da "quattrocchi" per convincere il figlio. La madre di un ragazzino che faceva i capricci, rifiutandosi di indossare gli occhiali da vista, ha utilizzato il web per convincerlo, chiedendo ad alcuni amici di rassicurarlo. Lindsey Fisher ha aperto un account su Facebook chiamato “Glasses for Noah”, dove gli amici potevano inviare foto di se stessi con gli occhiali. La pagina oggi conta pià di 1000 foto, moltissime persone provenienti da tutto il mondo, anche sconosciute dalla madre, hanno voluto aderire all’originale iniziativa inviando immagini per sostenere il bimbo di 4 anni.
Il piccolo Noah Fisher aveva paura di come i suoi compagni di scuola avrebbero accolto la novità sul suo naso. Piangendo ha confessato alla madre la paura delle prese in giro. Per supportare il bimbo Lindsey Fisher si è affidata a Facebook aprendo la pagina “Occhiali per Noah” che oggi conta migliaia di like e tantissime foto divertenti di persone con gli occhiali, tutte pubblicate online per dimostrare al piccolo che non c’è nulla di male nell’essere “quattrocchi”. Oggi Noah è fiero e soddisfatto del suo look. Fonte: fanpage.it
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Nell’anoressia non è soltanto il corpo a perdere peso. Anche il cervello «dimagrisce», nel punto esatto in cui si trovano i centri neuronali dell’empatia, cioè le strade della mente attraverso le quali può fare leva la psicoterapia. Per questo motivo molte ragazze resistono tenacemente alle cure, fino all’estremo, fino cioè a mettere a rischio la propria vita. È quanto ha dimostrato una ricerca di neuroimaging condotta alle Molinette dal professor Secondo Fassino presso il Centro pilota per i disturbi del comportamento alimentare che fa parte del dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino. Quale sia la causa dei dimagrimento cerebrale è ancora da capire, se si tratti di una perdita legata al calo patologico di peso o vi sia invece una predisposizione genetica. «Ma è certo - spiega Fassino - che c’è un restringimento delle reti neuronali che sono alla base della comunicazione empatica e dell’attaccamento affettivo». La scoperta dimostrerebbe così anche il perché più le anoressiche sono magre e maggiore è la resistenza alle terapie. |
ATTENZIONE LEGGEREIl dottor Paonessa non rilascia AutoriMarco Paonessa Archivio
Settembre 2021
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