La teoria dell’Allostasi suggerisce che entrambi, Omeostasi e Allostasi, siano sistemi endogeni responsabili del mantenimento della stabilità interna dell’organismo.
Questa risposta allostatica allo stress è ciò che conosciamo come risposta “combatti o fuggi”, durante la quale l’organismo mobilizza energie: la respirazione accelera, il battito cardiaco aumenta, i vasi sanguigni superficiali si costringono, i carboidrati immagazzinati vengono rilasciati nel flusso sanguigno e la risposta immunitaria viene destata. Ma ciò che fa manifestare questa risposta, nei nostri giorni, non è una tigre che ci insegue o la competizione per del cibo. E’ invece un boss esigente, dei figli insistenti o un’agenda frenetica. Oramai viviamo più in una “giungla di cemento” che non in una vera e propria giungla. Le tigri hanno preso un altro aspetto, oppure si manifestano in un’altra maniera, ma questo non le rende assolutamente più innocue, tutt'altro. Questi stressors sono differenti di quelli per la sopravvivenza, perché essi tendono più facilmente a diventare cronici, piuttosto che esseri episodi a breve termine. Questo tipo di stress non coinvolge la risposta fisica normale del correre o del combattere, che consuma tutto quell'extra glucosio e lipidi rilasciati nel flusso sanguigno, piuttosto rimane in una forma costante di tensione psichico-energetica. In più, una consistente mancanza della circolazione del sangue, successivo ad un non fuggire ed un non combattere, produce delle deficienze negli organi. Lo stress cronico di questa natura può portare a depressione, diabete e malattie cardiovascolari. Il continuo essere sotto il meccanismo “combatti o fuggi” crea una situazione anormale, dalla quale l’Omeostasi non è più capace di proteggerci. L’Allostasi, come l’Omeostasi, aiuta l’organismo a rimanere stabile nel confrontare i cambiamenti. Però, l’Allostasi fa ciò variando i mediatori ormonali ed i neurotrasmettitori dello stress. Il meccanismo coinvolto nell’Omeostasi resiste al cambiamento, mentre l’Allostasi risponde sia al cambiamento che ai bisogni anticipatori dell’organismo. Il sistema di regolazione dell’Allostasi non ha parametri fissi di regolazione come l’Omeostasi, per poter rispondere a minacce impreviste. Questo sistema di regolazione elicita risposte fisiologiche comportamentali di modo a anticipare e rispondere effettivamente alle sfide. In poche parole, l’Allostasi, è un processo usato dall’organismo per ristabilire l’Omeostasi quando esposto a sfide prolungate o estreme. Il fine dell’Omeostasi e dell’Allostasi è incontrare i nutrienti e l’energia necessari all’organismo, ma ognuno è stato progettato per confrontare differenti tipi di cambiamento. La teoria dell’Allostasi tenta di spiegare le differenze nelle risposte individuali allo stress. Ad esempio, indaga come mai alcuni esseri umani sopravvivono ad alcune malattie patogeniche ed altri no. Una spiegazione è che l’Allostasi sia vulnerabile a severi e coriacei eventi stressanti. Essa funziona bene quando è necessaria e, poi, viene disattivata quando non è più essenziale. Tuttavia, stimolazioni croniche del sistema regolatore allostatico creano usura dei tessuti, ed è questo danno che accelera le risposte disfunzionali e porta a condizioni patologiche come attacco di panico, malattie cardiache e mancanza di memoria. Questo logorio viene definito come sovraccarico allostatico. Esso avviene quando i sistemi allostatici rimangono attivi, sebbene non siano più necessari. S’ipotizza che l’origine del sovraccarico allostatico sia dovuta alla disfunzione di neurotrasmettitori e ormoni degli organi responsabili della regolazione dell’Allostasi. Omeostasi e Allostasi a confronto “Homeostasis emphasized that the body’s internal environment is held constant by the self-correcting (negative feedback) actions of its constituent organs. Allostasis emphasizes that the internal milieu varies to meet perceived and anticipated demand.This variation is achieved by multiple, mutually reinforcing neural and neuroendocrine mechanisms that override the homeostatic mechanisms.The allostatic model, in emphasizing the subordination of local feedbacks to control by the brain, provides a strong conceptual framework to explain social and psychological modulation of physiology and pathology.” (Peter Sterling and Joseph Eyer, 1988) Omeostasi: - enfatizza uno stato stabile dei punti di regolazione ottimali; - implica che un organismo rimanga all’interno di un certo range di parametri fsiologici per mantenere una funzione stabile e uno stato interno costante. Allostasi: - enfatizza gli intervalli ottimali del funzionamento dei sistemi fisiologici; - implica che un organismo vari e aggiusti costantemente i parametri fisiologici per mantenere la funzione stabile. - Essa è un’alternativa plausibile all’ipotesi che prende in considerazione gli stimoli ambientali, e viene considerato un processo regolatore dinamico e implica, addirittura, che l’omeostasi è uno scopo irrealistico. Fonte: osteopatia.it
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ATTENZIONE LEGGEREIl dottor Paonessa non rilascia AutoriMarco Paonessa Archivio
Novembre 2024
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