Il tessuto dei muscoli... e delle emozioni Giorno dopo giorno, l’inquinamento acustico nelle strade, i cambi rapidi di luci, la posizione durante lunghi lavori sedentari, l’inaspettato suono del telefonino, conducono ad un grande aumento di tensioni fisiche ed emotive che modificano la postura. La fascia corporea è il materiale di rivestimento e di collegamento delle strutture del nostro corpo: avvolge non solo il muscolo, ma anche ogni sua singola fibra, formando la miofascia. Il concetto classico di sistema locomotore, basato sulla relazione tra ossa e muscoli, divide il movimento del corpo in segmenti, ma quando realizziamo un movimento in un segmento determinato, questo risponde come un tutt’uno grazie alle connessioni realizzate dalla fascia.La fascia riesce, infatti, grazie alla sua capacità elastica, a sopportare e organizzare l’azione delle ossa e dei muscoli. Ma per poterlo fare, deve restare in equilibrio.La fascia è anche il “tessuto delle emozioni”, permettendo una connessione diretta tra le reazioni emozionali e la parte fisica. Dolori e incapacità di origine fisica si confondono con quelle di origine emozionale perché le reazioni del corpo sono molto simili: si producono limitazioni e incapacità funzionali, generalmente accompagnate da dolore.Il corpo subisce traumi con molta frequenza: nella maggior parte dei casi si tratta di microtraumi che si accumulano, diminuendo lentamente l’elasticità e la capacità di autodifesa della fascia. Per “traumi” non s’intendono solo le conseguenze di una caduta, ma anche cambi posturali relazionati con le occupazioni giornaliere ed il progressivo processo di adattamento del corpo in funzione del menzionato squilibrio funzionale.La paura, le preoccupazioni, la tristezza, ci obbligano a collocare il nostro corpo in una postura molto lontana da quella naturale. La ripetizione di determinati schemi conduce, nel tempo, alla loro stessa fissazione, generando disturbi e dolori cronici. Il processo dei cambi post traumatici inizia nella maggior parte dei casi nel sistema fasciale che, incaricato della coordinazione dell’equilibrio nella postura, deve risolvere i quesiti creati dalle reazioni errate del nostro corpo.Tali reazioni, fissate nel corpo, lo obbligano a movimenti lontani da quelli naturali, creando compensazioni, restrizioni e limiti funzionali nel sistema fasciale.Il trauma e i compensi conseguenti nel sistema fasciale cambiano la forma dei nostri schemi di movimento. Incominciamo ad agire in modo diverso: meno efficiente, con un maggior consumo di energia e con un progressivo sovraccarico in differenti segmenti dell’apparato locomotore. Le piccole imperfezioni degli schemi di movimento, ripetute innumerevoli quantità di volte, si sommano e con il tempo producono irreversibili cambi che affettano il sistema locomotore: così il corpo sviluppa uno schema di movimento nuovo, prodotto allo scopo di protezione contro il dolore.Il sistema fasciale, con il tempo, a causa dei movimenti costanti e ripetitivi, acquista questo comportamento. Questa capacità di creare compensazioni permette al corpo di sopravvivere (senza sarebbe impossibile per esempio camminare con una distorsione alla caviglia).Qualunque azione terapeutica diretta esclusivamente alla parte fisica risolve il problema parzialmente: solo con la completa chiarezza della situazione emozionale, si può curare in modo appropriato. La Terapia Miofasciale facilita la liberazione degli esiti sia dei traumi fisici sia di quelli emozionali permettendo in questo modo una cura reale, non solamente attraverso la sparizione del dolore, ma anche attraverso il ritorno ad una funzionalità totale. Il fisioterapista, con movimenti delicati e precisi, può determinare il luogo della lesione e condurre il corpo al movimento che lo porta alla cura. Prof. Ft DO Andrzej Pilat, Fisioterapeuta, Director de la Escuela de Terapias Miofasciales
0 Comments
Leave a Reply. |
ATTENZIONE LEGGEREIl dottor Paonessa non rilascia AutoriMarco Paonessa Archivio
Settembre 2021
Categorie
Tutti
|