Dismetria (o meglio eterometria) degli arti inferiori, falsa gamba corta o vera gamba corta?15/9/2021 In ambito medico spesso c'è molta confusione nella prescrizione del rialzo nei casi di dismetria degli arti inferiori. Tutto ciò è dovuto alla poca chiarezza e alla difficoltà di riconoscimento tra un reale accorciamento dell'arto inferiore o un suo falso accorciamento dovuto ad altre componenti. La prescrizione del rialzo è spesso fatta con molta leggerezza e senza le opportune valutazioni cliniche. E' assolutamente indispensabile accertarsi se realmente è presente una vera gamba corta, che necessita dell'uso permanente di un rialzo, o di un altro fenomeno per il quale il suo utilizzo - oltre ad essere inutile - può risultare dannoso. L'unico mezzo diagnostico attualmente utilizzato è la misurazione radiografica della linea cotiloidea. Esistono tuttavia diverse componenti che determinano un falso accorciamento dell'arto:
Bibliografia
Fonte: Dottor Ilio Iannone
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L’area perineale femminile è interessata in modo significativo da tutti i cambiamenti che avvengono durante il ciclo di vita del corpo della donna: pubertà, età fertile, gravidanza, parto, puerpuerio, allattamento, climaterio. Una normale statica pelvica e una regolare funzione vescico-sfinterica, retto – anale, sessuale sono determinate dall’armonia integrata di diverse strutture locali, distrettuali e d’interazione centrale. L’alterazione di questa attività integrata può determinare il verificarsi di problemi, come per esempio il prolasso genitale, l’incontinenza urinaria e fecale o il dolore pelvico cronico, che necessitano di un approccio globale per essere prevenuti e curati.
Negli ultimi anni la critica alla terapia manuale si è inasprita a tal punto che il fisioterapista e professore Dr. Chad E. Cook ha definito questa corrente di pensiero “demonizzazione”.
Egli identifica otto differenti aspetti di questa corrente di pensiero, analizzandoli alla luce dell’attuale letteratura scientifica. Lo scopo di questo lavoro di sintesi è quello di accendere la discussione, dissipare falsi presupposti e restituire ai pazienti una terapia basata sull’evidenza. L’autore ritiene che in medicina, non di rado, quando una cosa non piace o non è compresa viene demonizzata. La storia è ricca di esempi in tale senso: il “ridicolo iniziale” del lavaggio antisettico delle mani, l’angioplastica coronarica percutanea transluminale, le relazioni tra virus e cancro, il contributo dei batteri nello sviluppo delle ulcere e il ruolo dell’ereditarietà nello sviluppo delle malattie. Per ciascuno di questi esempi, gli scettici hanno tentato di screditare il presupposto concettuale pur non avendo prove a sostegno delle loro affermazioni. L’obiettivo di questo tipo di atteggiamento era la demonizzazione. Fisioterapia per la vulvodinia: cos'è e come curarlaIn questo articolo parleremo di come affrontare con la fisioterapia per la vulvodinia questo tipo di problematica.
Iniziamo a definire meglio cosa si intende per vulva: La vulva è la terminazione e l’apertura esterna degli organi genitali femminili esterni, situata nella parte anteriore del perineo, al centro di un complesso di formazioni cutanee di protezione, concentriche l’una all’altra, la più interna delle quali delimita una piccola cavità, detta vestibolo della vagina, nella quale si apre il canale vaginale. TECAR terapia: effetto reboundAnche quando si parla di tecarterapia, nonostante non ci sia la trasmissione di farmaci, possono presentarvi dei sintomi indesiderati. Possiamo limitare il malumore e il malessere del paziente, agendo in due modi:
Con effetto Rebound si intende l’incremento di stimolazione neurologica nella zona trattata per stasi di liquidi e particelle di ioni (cariche elettriche) apportate dal fisioterapista durante il trattamento di tecarterapia; Questo effetto può avere una durata variabile tra le 24 e le 36 ore. Ci sono alcuni casi in cui il paziente, dopo la seduta di tecarterapia, richiama in studio per parlare al fisioterapista comunicandogli di aver subito una riacutizzazione del dolore o addirittura un ritorno al dolore iniziale, simile a quello presente prima di iniziare le terapie con la Tecar. Come funziona la TECAR terapiaIl dispositivo tecar è un elettromedicale in grado di accelerare le capacità di recupero del corpo. Proprio per questo, la terapia con tecar è una metodica che trova ampia applicazione nella medicina sportiva e in fisioterapia. Questa terapia non introduce farmaci o energia dall’esterno e, dunque, ha una bassa probabilità di peggiorare la patologia esistente. Ovviamente la buona riuscita della tecarterapia dipende dalla bravura del fisioterapista. È importante, infatti, che il fisioterapista faccia una buona diagnosi al fine di ottenere un ottimo risultato quanto prima. La tecar, dunque, se ben utilizzata può solo migliorare una condizione patologica e non renderla peggiore. Un aumento dei sintomi dolorosi può essere, invece, dovuto ad un’errata diagnosi o ad un’errata applicazione della terapia con tecar. Come funziona il dispositivo tecar?La tecarterapia è una terapia di tipo elettromedicale che viene utilizzata per riparare i tessuti, alleviare il dolore muscolare e articolare, sgonfiare zone gonfie o in ritenzione di liquidi. Molto adatta anche per velocizzare la cura di traumi e infiammatorie dell’apparato muscolo-scheletrico. La capacità della tecar è quella di abbreviare i tempi di recupero (fino a dimezzarli) e di riabilitazione, riattivando processi auto-riparativi del corpo umano, senza trasmettere farmaci! In particolare si tratta di una terapia basata sulla produzione energetica endogena che ha come effetto secondario la termoterapia. Dunque, l’obiettivo primario di questo trattamento è quello di riparare i tessuti spostando le particelle ioniche già presenti all’interno dei tessuti stessi. Grazie al movimento, e all’aumento di concentrazione delle particelle ioniche, il tessuto riesce a riattivare dei meccanismi fisiologici di guarigione. Questo movimento, inoltre, avrà come conseguenza la produzione di calore endogeno che allevia il dolore e ammorbidisce i tessuti facilitando così anche la terapia manuale. In che modalità si può usare la tecarterapia?Esistono due modalità operative della tecarterapia che si differenziano in base al manipolo utilizzato:
Perché preferire la tecar rispetto ad altre soluzioni?Il dispositivo tecar, come accennato in precedenza, non trasmette energia dall’esterno e non introduce sostanze ne farmaci. La stimolazione che si effettua con questo tipo di terapia è del tutto endogena rispetto a ciò che avviene con altre tecnologie come il laser. In questo modo, dunque, i tessuti che non hanno bisogno di essere trattati potranno essere preservati. Ciò rende questa tecnica del tutto sicura. Dunque, fa male sottoporsi a sedute di tecarterapia? La risposta è no. Numerosi studi, infatti, hanno dimostrato che le cellule soggette a terapia con sistema tecar per 24 ore non riportano danni cellulari. Articolo del dott. Fabio Marino
Fonte Vaginismo: quando il corpo ci priva del sessoSi dice che molti medici non abbiano familiarità con la condizione, costringendo le donne a sperimentare questo disturbo in silenzio. Esistono, tuttavia, delle soluzioni. Valérie (nome di fantasia) non ha mai avuto un rapporto sessuale, o niente del genere, del resto. Anche se lo desidera disperatamente, niente riesce ad entrare. I suoi muscoli bloccano ogni penetrazione. Ha il vaginismo. Ma c'è speranza che venga risolto, affermano gli specialisti. Primo piano sulla condizione che complica la vita sessuale di molte donne. Ma che cos'è? ... continua a leggere --->L'APPROCCIO SOMATO-EMOZIONALE
L'approccio somato-emozionale è una tecnica che permette di individuare i nodi che si sono impressi nei nostri tessuti a seguito di shock emozionali non espressi, e che a seguito di ciò sono rimasti incisi nel nostro corpo. Andando a indagare, vertebra dopo vertebra, i nodi impressi nelle fasce è possibile stabilire la carta emozionale del paziente. Verranno così evidenziate le tensioni fisiche collegate alle emozioni rimosse. Il principio è semplice: il corpo memorizza delle emozioni che avverte a livello corporeo; parliamo qui di emozioni che entrano in rapporto con il corpo. L'individuo agisce attraverso il suo sistema limbico utilizzando la via breve; Quando si trova di fronte a un pericolo, se non riesce a fuggire o a lottare, somatizza. Quello che l'individuo non è riuscito a esprimere (shock emozionali non espressi) si imprime nel suo corpo, nei suoi tessuti. L'approccio somato-emozionale fa ritrovare le tracce di questa somatizzazione e permette al corpo di liberarsene. Un trauma vissuto nella vita intrauterina o nella prima infanzia produce una «cicatrice emozionale». L'individuo farà di tutto per evitare quella sofferenza, ma inconsciamente orienterà e organizzerà tutta la sua vita in modo tale da stimolare e risvegliare quella sofferenza che e dentro di lui, per poi combatterla ed eliminarla. La principale preoccupazione di ogni individuo è la lotta per la sopravvivenza. Le reazioni indotte dalla via breve (talamo-amigdala) o dalla via lunga (talamo-corteccia-amigdala) utilizzano gli elementi del cervello emotivo (sistema limbico), sono dunque permanenti. e vengono condizionate dai parametri personali di ciascun individuo. Le emozioni rimosse, i traumi vissuti nel passato che andranno a condizionare l'ippocampo, l'amigdala, la corteccia ed altri elementi del cervello emotivo saranno determinanti nella definizione del profilo psico emozionale dell'individuo, il quale costruirà se stesso attorno a questo profilo e non smetterà mai di voler correggere le carenze del passato. Sono le emozioni a dirigere la nostra vita. Cerchiamo dunque di gestire al meglio le emozioni che proviamo, di prendere distacco dalle nostre sofferenze così da aumentare la capacità di reazione (sviluppando la nostra plasticità cerebrale) in risposta alle situazioni stressanti. La tecnica dell' approccio somato-emozionale permette al corpo di liberarsi delle tensioni tissulari che si imprimono nelle fasce. Questa tecnica, non intrusiva, è un approccio meccanico efficace per il paziente che può, una volta ricevuto questa aiuto dal terapeuta, far muovere liberamente il corpo e sciogliere i nodi impressi nei tessuti. Ricordiamo che questi nodi fisici possono esistere sin dalla vita intrauterina, dal parto, dalla prima infanzia e che sono direttamente collegati a uno shock emozionale non espresso, e cioè che è rimasto impresso. Questi nodi fanno parte dello zaino emozionale, pesante da portare, che condiziona in maniera involontaria, inconscia le nostre emozioni. Il sistema limbico è programmato in funzione del nostro passato, ed è precisamente questo che conferisce a ogni individuo la sua particolarità, la sua originalità, la sua personalità. Ogni individuo è unico. Se domandiamo a qualcuno in che giorno è nato abbiamo come risposta alla sua data di nascita, in realtà il giorno in cui veramente è nato è quello in cui la vita è iniziata e si colloca nove mesi prima la sua data di nascita. ERNIA DEL DISCO O PROTRUSIONE?
Che dolore ! Il disco intervertebrale può essere paragonato ad un cuscinetto di ammortizzazione situato tra le nostre vertebre. Questo è costituito da una zona centrale gelatinosa (composta per 85% da acqua) che attutisce i colpi, i carichi quotidiani ed i movimenti di rotazione ed inclinazione delle vertebre ed una parte periferica fibrosa. Spesso durante il giorno, a causa degli stimoli a cui sottoponiamo i dischi, questi riducono il loro spessore, mentre la notte lo riacquistano. Ciò avviene perchè il disco è irrorato da alcuni piccoli vasi sanguigni, tramite cui elimina sostanze di rifiuto e liquidi e recupera sostanze nutritive e liquidi grazie alle variazioni di pressione che avvengono durante i movimenti della colonna. Lo sapevate? Il sovraccarico, causato da posture errate, porta il disco a non riuscire più a recuperare il liquido perso disidratandosi definitivamente. Questo può essere alla base di dolori, artrosi, schiacciamenti vertebrali. Posture errate e traumi sono alla base di diverse degenerazioni del disco e quindi di PROTRUSIONI o di ERNIE DEL DISCO. Ma quali sono le differenze? In entrambi ci sono forti dolori di schiena, colpi della strega, desensibilizzazione, perdita di forza e di riflessi. Ma... La protrusione è caratterizzata da un processo di degenerazione del disco che a causa di un trauma o di eccessivo carico, spinge contro la parte fibrosa deformandola. Questa deformazione avviene quasi sempre verso la parte posteriore. La protrusione è un processo che, se preso in tempo e curato con esercizi specifici associati ad esercizi di rinforzo muscolare ( rieducazione posturale) e terapia manuale ( massaggi) ,può stabilizzarsi e non evolvere in ernia! Per questo va presa in tempo . ...L' ERNIA del disco è un'evoluzione di una protrusione o una degenerazione dovuta ad un trauma. Le cause sono simili a quelle di una protrusione, ma l'evoluzione è diversa. Perché? Mentre la protrusione è una degenerazione meno grave del disco, l'ernia è un'alterazione definitiva che può richiedere l'intervento chirurgico. Nell'ernia si instaura un danno anatomico dell'anulus fibroso, che si rompe sotto la spinta del nucleo polposo, esce fuori e va a comprimere le strutture nervose. In questo caso, il dolore è evidente e spesse volte, nei casi più gravi, si ricorre all' operazione chirurgica. Prevenire è meglio che curare I tendini sono robuste strutture anatomiche che creano connessione tra i muscoli e le ossa. Si parla di tendinite quando uno o più tendini manifestano un processo infiammatorio.
Le cause principali che possono portare all’insorgere di una tendinite sono di solito legate a una scorretta esecuzione del movimento (soprattutto in ambito sportivo) o alla mancanza di riscaldamento, vizi posturali, sforzi eccessivi e ricorrenti ecc. La terapia comprende il riposo, l’utilizzo del ghiaccio o di anti infiammatori e manipolazioni osteopatiche che hanno lo scopo di aumentare il drenaggio locale e ridurre quindi l’infiammazione presente, oltre a delle mobilizzazioni delle articolazioni. Il tutto con anche la terapia fisioterapia |
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Settembre 2021
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